La storia
Dicembre
Da oltre 50 anni svolgo il più bel lavoro del mondo. Un grazie alla mia fedele equipe, alla mia numerosa famiglia, ai miei cari amici.
Casco d'oro
PIZZICATO
Equipe
Equpe
PIZZICATO
PIZZICATO
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Meduse
É quasi Natale
É quasi Natale, mi preparo:
le calze…il vestito….gli stivali….il cappotto pesante…
il berretto e la sciarpa ci vogliono ….la borsa.
Ah le chiavi …non posso certo dimenticare le chiavi.
Esco. Mi incammino.Il silenzio del mattino presto è amplifi cato dal cadere della neve, ormai tutto è bianco.
Mi giro e vedo le mie orme sulla neve che raggiungono la mia casa…..
mi viene in mente il mio primo ricordo.
Anche quel giorno nevicava: i tedeschi entrarono in casa, presero mio babbo
e con la forza lo costrinsero a scavare una trincea intorno alle fondamenta della nostra casa
per metterci le bombe e farla saltare in aria.
Tutti piangevano.
La mamma raccolse in fretta poche cose, prese me, mio fratello e le mie tre sorelle
e ci portò nella stalla di un nostro vicino.
Materassi a terra, tutti ammassati.
Eravamo diventati anche noi degli sfollati.
La mamma ci proteggeva oltre ogni rischio. In particolare teneva ben nascosto mio fratello Tonino che era un ragazzino
per paura che venisse arruolato.
La sera pregavamo tutti insieme.
Io ripetevo: se viviamo viviamo e se moriamo moriamo.
La morte era all’ordine del giorno per me, o forse ero troppo piccola, non mi spaventava.
Un giorno una granata uccise una vacca e tutti festeggiammo perché avevamo cibo in abbondanza.
Finalmente la guerra fi nì, la nostra campagna si riempì di Americani,
giovani soldati che mi davano la cioccolata.
La vita ricominciò serena.
Mio fratello e mia sorella Gigliola proseguirono le scuole superiori,
le mie sorelle Rosina e Vittoria andarono a imparare il mestiere di sarte.
Io fi nite le elementari dissi a mia mamma che avrei voluto fare la parrucchiera e lei:
“ma cosa ti viene in mente, è un lavoro poco serio! devi fare la camiciaia….
gli uomini non smetteranno mai di portare le camicie!”
Io puntai i piedi e la mamma disse che solo se mi avesse preso la Giulia a bottega,
che era una nostra parente, avrebbe acconsentito.
La Giulia… ci ho pensato io a convincerla.
“Sei troppo piccola” mi disse.
Allora io mi sono messa in piedi su uno sgabello e l’ho guardata negli occhi.
Così a dieci anni ho iniziato la mia passione lavando i capelli su uno sgabello.
Ma il mio ricordo più bello è di quel giorno che sono andata alle giostre.
Mi sono seduta sul seggiolino e dietro di me si è seduto lui.
Ogni giro mi spingeva più in alto di tutti e io riuscivo sempre a prendere il fi occo
e a vincere un’altra corsa, e poi un’altra, e un’altra.
Quando sono scesa mi girava tanto la testa …
ma non solo per la giostra…anche per lui…ne sono ancora innamorata.
Ora basta con i ricordi…
Sono arrivata.
Oggi è il primo Dicembre 1956……
È QUASI NATALE.
Apro il negozio.
Aspetto la mia prima cliente